martedì 22 marzo 2011

Buttarsi dalla finestra

"... Per questo quando delle volte, per qualche motivo che poteva essere importante, ho pensato di sbattermi giù dalla finestra, e mi immaginavo di scavalcare la ringhiera alzando la gamba, in quel momento esatto mi è sempre venuto subito in mente che non ce n'era bisogno e che sarebbe stato un atto completamente inutile perché vi­vo da sempre come uno che è stato da subito, da ap­pena nato, sbattuto giù da una finestra come tutti, e pro­prio grazie a questo modo di vivere sto benissimo.
Ma tutte le volte che, per disgrazia e per stupidità, ho fatto questi discorsi a qualche mia amica, esibendo stupidamente questa mia visione del mondo assoluta­mente privata, mi è sempre stato detto che è una vi­sione del mondo da disperati, e che non si poteva ca­pire come io facessi a vivere, e io allora ho sempre det­to che:
a) non sono affatto disperato; e
b) che è verissimo che non ho speranze, ma sto be­nissimo, e anzi, il solo pensiero di dover pensare a del­le speranze mi fa venire l'ansia, perché sto bene dove sto e basta, anche quando sto male."

(Ugo Cornia, Sulla felicità a oltranza, Sellerio editore, Palermo 1999).

2 commenti:

  1. bello il tuo blogg, simpatico l'immagine del profilo

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  2. Come saprò di non soffrire più, se sono morto?
    (R. Barthes, Dove lei non è, Einaudi 2010)

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