domenica 4 aprile 2010

Borges e Calvino

Nella primavera del 1984 Calvino è a Siviglia con la moglie Chichita, argentina di nascita. In un albergo della città Jorges Louis Borges, cieco da tempo, incontra alcuni amici. Arrivano anche i Calvino. Mentre Chichita conversa amabilmente con il connazionale, Italo si tiene come al solito in disparte, tanto che lei ritiene opportuno avvertire:
"Borges, c'è anche Italo ...".
Appoggiato al bastone, Borges solleva in alto il mento, dice quietamente:
"L'ho riconosciuto dal silenzio".
(Ernesto Ferrero, I migliori anni della nostra vita).

1 commento:

  1. Questo non vuole essere un commento bensì un contributo all'elogio del silenzio che considero un'arte, soprattutto quando è davvero volutamente applicata.
    Conosco,purtroppo, altri silenzi: quelli prodotti dalla impossibilità di parlare, vuoi per ragioni esterne a noi o interiori.
    Comunque sia propongo al lettore queste righe tratte da "Il primo uomo" di Camus
    ...Da giovane chiedevo agli altri più di quanto potessero darmi: un' amicizia continua,un'emozione permanente. Ora so chiedere loro meno di quanto possano dare: una compagnia senza parole. E le loro emozioni, la loro amicizia, i loro nobili gesti conservano interamente ai miei occhi un valore di miracolo: un effetto esclusivo della grazia....

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