lunedì 25 gennaio 2010

IL GIORNO DELLA MEMORIA

Nel giorno della memoria non voglio pensare a quei poveri ebrei ammazzati che nella primavera del ’45 – alla fine di tutto – hanno ricevuto la pietà di qualcuno.
Non voglio pensare a quelli che, massacrati, non sono stati comunque completamente cancellati dalla memoria del mondo ma sono vissuti per qualche tempo nel ricordo di fratelli o sorelle, figli o genitori, coniugi o fidanzate, amici o vicini di casa, compagni di scuola o di lavoro.
Non voglio ricordare le vittime che per un po’ di tempo, tanto o poco, hanno avuto in qualche modo chi ha potuto parlare di loro, leggere le loro lettere o i loro diari, guardare le loro fotografie, riordinare i loro oggetti e ricordare la loro infanzia oltre che la loro disumana fine. E non voglio nemmeno ricordare, infine, quelli che per qualche ragione erano noti prima di essere internati e sono stati poi commemorati, onorati, pubblicati, celebrati, beatificati.

Voglio invece ricordare quelli che sono stati inghiottiti dal nulla, quelli che sono scomparsi insieme a tutte le persone che li amavano, quelli cancellati dalla terra insieme alla loro casa e al loro villaggio, quelli che nessuno ha pianto mai perché chi li poteva piangere è stato con loro eliminato.
Voglio ricordare i vecchi soli, i calzolai senza moglie e figli, i contadini eliminati con tutta la loro famiglia, gli insegnanti che non hanno lasciato una riga scritta, gli studenti spariti insieme ai loro privati diari, gli orologiai o i fabbri senza nome, gli zingari ed i falegnami senza patria, gli operai dei quali non è rimasta traccia, le donne morte in silenzio e nel silenzio dissolte, gli omosessuali svaniti nella vergogna, i ladri e le puttane emarginati e cancellati dalla terra prima di essere annientati nei forni.
Sol chi non lascia eredità d’affetti poca pace ha dell’urna.
Io riservo il mio pensiero e la mia commiserazione a chi ha avuto illacrimata sepoltura. E ricordo e piango oggi quel povero cristo che, vedendosi morire, sapeva già che nessuno mai lo avrebbe pianto o ricordato.

Nessun commento:

Posta un commento