domenica 20 dicembre 2009

RECENSIONE (4) : Vanni e Vania

Vanni e Vania è la quarta fatica narrativa di R.A.
Il libro racconta la appassionata, timida e segreta storia d’amore di Giovanni, detto Vanni, un distinto scapolo settantenne, in pensione dopo cinquant’anni di lavoro come impiegato al catasto, che vive dignitosamente solo, dopo la morte della vecchissima madre, ed abita in un grande appartamento al primo piano di un vecchio palazzo nel centro storico di Torino. L’oggetto del suo amore è lo splendido manichino femminile di un piccolo negozio di abbigliamento che apre la vetrina di fronte al portone della sua abitazione.

La vicenda si snoda in dieci capitoli, ognuno dei quali racconta una fase della crescente passione di Vanni per la bellissima, fredda, indifferente, inaccessibile, acefala donna che gli sconvolge la vita: l’incontro, potente come una folgorazione, inspiegabilmente frastornante; la prima notte insonne tormentata da desideri, fantasie esagitate, deliri inquieti, allucinazioni, turbamenti e incubi; l’ansia di rivedere Vania (così Vanni chiama la sua splendida androide); le difficoltà che incontra per avvicinarsi alla vetrina e organizzare appostamenti senza suscitare equivoci; i tentativi che fa per convincersi della stupidità della sua infatuazione e per prendere le distanze dalla sua ossessione; le inutili peregrinazioni in cerca di altro a cui pensare; i sogni di conquista, di possesso, di appagamento; le lettere d’amore e le brevi appassionate poesie dedicate alla imperturbabile donna; le fasi mutevoli di un rapporto che vede la tenerezza di un amore sconfinato alternarsi con l’amarezza di un sentimento non corrisposto.
La qualità straordinaria del libro non sta nella prevedibile trama ma nella capacità di farci dimenticare, nonostante i continui rimandi alla realtà, che il protagonista è un povero alienato, che la sua donna è un oggetto di gesso, realistico ma inerte, che i sentimenti descritti sono gli improbabili vaneggiamenti di un perdente.
Di riga in riga, lo scrittore riesce ad inviluppare i suoi lettori nella rete delle incredibili ossessioni del suo protagonista: gli uomini sono portati ad immedesimarsi in Vanni perché con lui rivivono le estasi dell’innamoramento, le cocenti delusioni dell’adolescenza, i travagli di un amore impossibile, la disperazione della passione per una donna senz’anima; le donne si lasciano stregare dalla descrizione accuratissima di delicati sentimenti e si sciolgono nella tenerezza per un povero vecchio pazzo capace però di un amore sconfinato e devastante che svela loro alcuni aspetti della loro misteriosa seduttività, fa percepire il loro potere di attrazione (incrementato dalla impassibilità), consolida la consapevolezza del fascino femminile che può sconvolgere, far perdere la ragione, annichilire.


1 commento:

  1. Il bel romanzo di R.A. si presta, come sempre, a pìù livelli di lettura. Il primo,perchè immediato, è riferibile al tema attuale del rapporto fra i sessi: lo scardinamento del tradizionale rapporto uomo-donna dovuto al rapido mutare della figura femminile, sempre più forte, intraprendente , sicura, genera paura nel maschio.Da qui il suo sottrarsi a relazioni vere, cui preferire storie virtuali, più rassicuranti ed innocue.
    Sarebbe tuttavia banale fermarsi alla prima e più superficiale lettura, considerata la singolare scelta del protagonista: Vanni chiama
    Vania l'oggetto dei suoi desideri, come se questa "donna" altro non fosse che "l'altra parte di sé" oppure "l'altra parte di sé che vorrebbe essere". Se così fosse potremmo pensare ad un Vanni-Vania, monade unica,che comprende in sé, totalmente, il maschile ed il femminile, senza più bisogno d'altri. Così si fa più profondo il valore del testo che rappresenterebbe, in maniera drammatica, la peculiare condizione del maschio moderno che, incapace di affrontare il nuovo soggetto femminile in carne ed ossa, tenta di soddisfare, artificiosamente, bisogni insopprimibili quanto naturali.
    E che dire di questa "strana coppia" dove "lei"
    è acefala.Non si creda al vecchio ritornello del maschio che preferisce una donna che non pensi:sarebbe una lettura razionale. Più nel profondo, invece, è la paura di due occhi che ti guardano e ti costringono gioco-forza a guardarti dentro.
    Eppure si direbbe che i sentimenti di Vanni siano sinceri. Sarà quindi proprio in nome della trasparente ingenuità del protagonista che il lettore/lettrice, sentirà la spontanea,giusta e dovuta compassione per quest'uomo, emblema di una sofferenza non solo individuale, non solo maschile, dentro la quale i conflitti di genere cadono come sterili sovrastrutture per lasciar posto alla umana compresione cui ogni uomo, sulla terra,avrebbe sacrosanto diritto.

    RispondiElimina