mercoledì 1 aprile 2009

Sono padano

Sono lombardo di nascita e di cultura. Ma non mi riconosco nello schieramento politico che si è impadronito del titolo di “padano” e se ne fregia abusivamente, assegnando all’aggettivo una colorazione verdastra e una connotazione becera.
Sono padano e aperto come la mia pianura, crocevia di popoli, mescolanza di razze, minestrone di culture. Sono padano e orgogliosamente bastardo perché so che nelle mie vene - come nelle zolle della mia terra - si mischia sangue ligure e gallico, bizantino e germanico, longobardo e franco, lanzichenecco e spagnolo, francese, veneziano e austriaco.
Sono padano e tollerante: non ho mai guardato con ostilità i terroni, indistinguibili da noi perché come noi meticci per mille incroci; non guardo con ostilità gli extracomunitari, distinguibili da noi perché ancora - ma per poco - di razza pura, intatti nel loro isolamento esistenziale e nella loro più integra identità culturale.
Sono padano e, con la saggezza antica dei miei padri, sono consapevole che il mondo va per la sua strada. E nessun borghezio riuscirà a fermarlo.

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